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Ministero
per i Beni e le Attività Culturali Comitato
Nazionale per le celebrazioni del Università
degli Studi di Messina: Rotary Club di Patti - Terra del Tindari Petrarca e la Medicina Capo
d’Orlando
venerdì 27 giugno 2003
sabato 28 giugno 2003
Informazioni
presso il Centro Interdipartimentale di Studi Umanistici dell’Università
di Messina Francesco incontra Medicina. Un dialogo riuscito a Villa Piccolo. La Villa bianca, posta a picco sulla pianura di Capo d’Orlando, dove il “barone magico”, come Vincenzo Consolo definisce Lucio Piccolo, ha consumato l’esperienza di una poesia ‘aristocratica’ intrisa della “natura dolce e panica, misteriosa, concreta ma mutevole” della sua terra, ha ospitato nei giorni 27 e 28 di un giugno rovente il Convegno internazionale su “Petrarca e la Medicina”, promosso nell’ambito dell’Università di Messina dal Dipartimento di Discipline chirurgiche generali e speciali, diretto dal prof. Maurizio Basile, e dal Dottorato di ricerca in Italianistica (Letteratura umanistica), coordinato dal prof. Vincenzo Fera, sotto l’egida del Comitato Nazionale per il settimo centenario della nascita di Francesco Petrarca, il cui Presidente, prof. Michele Feo, non ha mancato di far giungere la sua riflessione sul senso dell’iniziativa nel quadro delle manifestazioni petrarchesche. “Ma il fuoco non è sempre inferno”, per usare un verso del poeta, e l’afa, che pure ha reso indecifrabile dal poggio di Villa Vina il profilo delle Eolie, stendendo sull’orizzonte un velo lattiginoso, non è riuscita a intaccare l’interesse che ha accompagnato lo svolgimento dei lavori. Succede non di rado che incontri a carattere interdisciplinare finiscano per risolversi nella celebrazione di liturgie distinte, in cui ciascuna disciplina si flette su se stessa, i propri strumenti, le proprie prospettive, senza attivare un reale tavolo di confronto. Così non è stato nelle due intense giornate orlandine, che hanno visto storici della medicina antica e filologi di area medioumanistica interrogarsi sul ruolo della medicina nel sistema medievale delle artes, sul suo impatto nella sfera socioculturale, sulle ragioni di una contrapposizione tra arti liberali e arti meccaniche che, angolata dal punto di vista del grande Trecentista, coinvolge in realtà una dimensione speculativa più ampia, include le varie articolazioni del pensiero filosofico-scientifico alle soglie dell’umanesimo, da cui dovevano essere poi impostate le linee stesse dell’epistemologia moderna. Le relazioni hanno messo in luce vari filoni problematici, cui ha fatto da sapiente ouverture il contributo di F. Rico, della Real Academia di Spagna, che, offrendo una innovativa chiave di lettura alle enigmatiche liste di libri peculiares trascritte di mano del Petrarca nel codice Parigino Lat. 2201, da cui risulta già pienamente delineata una precisa consapevolezza dei vari domini delle discipline, ha come costituito l’architrave di tutta la materia affrontata nel Convegno. Il rapporto tra Petrarca e l’ars medica è stato così dissezionato seguendo sia il percorso teorico, con affondi sul piano delle implicazioni ideologiche delle sue posizioni (i risvolti filosofici di una polemica che è in linea col recupero di una dimensione cristiana, antiaristotelica, nel contributo di F. Bausi; la critica nei confronti delle auctoritates mediche come espressione di un atteggiamento contrario ad un uso improprio dell’eloquenza e della dialettica, nella relazione di S. Gentile), sia quello più squisitamente letterario. Particolarmente interessante è apparso in questo senso il contributo di N. Tonelli, che ha rintracciato nell’ordito dei segni della malattia d’amore espressi nel Canzoniere il recupero di una fenomenologia descritta nella trattatistica medica coeva, e ciò non nel senso di un meccanico rilievo di ‘fonti’, ma come individuazione di un reticolo culturale che è circolarità in certa misura empatica tra i due universi del sapere letterario e scientifico. Una linea questa della malattia sub specie letteraria che ha trovato ulteriore innesto nel contributo di M.Veglia, centrato tra l’altro sul motivo del libro come remedium amoris nella narrativa boccacciana. Il nesso tra letteratura e biografia è stato poi esplorato nella serrata disamina delle Senili di argomento ‘medico’ ad opera di M. Bertè e S. Rizzo, mentre si devono a T. Pesenti nuove ricognizioni su profili di medici di ambiente padovano vicini a Petrarca. Tutta una rete dunque di proposte critiche di inedita rilevanza, cui gli storici della medicina hanno prestato adeguato controcanto, mettendo in gioco una serie di tessere utili per approdare ad una visione a tutto tondo delle questioni aperte. Come T. Pesenti ha suggerito nelle conclusioni, da questo versante più tecnico è stato possibile cogliere i frutti di un avanzamento degli studi che consente oggi di inquadrare il Trecento quale autentico momento della rifondazione dei saperi dopo l’età della scolastica. Sono stati dunque opportunamente evidenziati i modi di formazione di un linguaggio medico tra metafora e letteralità (L. Demaitre); eziologia, diagnosi e cura di un male che ha a lungo tormentato Petrarca, la scabbia (M. R. McVaugh); le curve della diffusione di prodotti di una letteratura scientifica peculiare, quella dei regimina sanitatis (M. Nicoud); l’evoluzione di un concetto di auctoritas che si piega nelle scuole a servizio dei maestri (F. Salmòn); fino alle suggestive miniature dei libri di medicina illustrate da P. Jones, segno pregnante di un cambiamento delle funzioni del medico nella società medievale, o al rilevamento, prima e oltre Petrarca, di analoghe posizioni antimediche, collaterali alla polemica antigiuridica, giungendo ai prodromi del dibattito umanistico (K. Bergdolt). Su questo sfondo, che proietta la cultura medica di età medievale in una dinamica più sfaccettata di quanto non risulti dalla cristallizzazione dello schema polemico, è possibile da questo momento leggere meglio le intime ragioni di un contrasto che, come lucidamente ha messo in evidenza V. Fera nelle conclusioni, impone di valutare in maniera meno stereotipata le resistenze intellettuali del Petrarca: nella sua lotta contro le auctoritates mediche andrà colta infatti la rivendicazione di un principio di verificabilità delle fonti, da esporre al correttivo della ratio e dell’experimentum, in cui non è azzardato intravedere una “larvata prefigurazione del metodo galileiano”. Tra gli iris, le ortensie e le orchidee che hanno conosciuto le cure della baronessa Agata Giovanna, sorella di Lucio Piccolo, in un’atmosfera che serba intatte “blande/cadenze di memorie”, Franciscus - per riprendere un’immagine che ha suggellato la chiusura del Convegno - ha dialogato con Medicina. Da questo dialogo è scaturita una proposta metodologica forte e insieme un monito per certo scientismo senz’anima proprio dei nostri tempi: la necessità che riprenda il colloquio con la filosofia morale e la dimensione alta e senza tempo dell’umanesimo.
Caterina Malta
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